Trading materie prime: scenari, rischi e novità per il prossimo anno

La crescita economica globale nel 2018 sarà ancora solida, e questo dovrebbe sostenere non solo la domanda, ma anche la quotazione materie prime con la sola eccezione rappresentata dai prezzi del petrolio per i quali è atteso uno scenario ed un andamento in trading range. E’ questa, in sintesi, la view 2018 degli investment strategist del Credit Suisse sul mercato delle materie prime che, tra l’altro, vede potenziali di rialzo anche sui mercati azionari nonostante un 2017 molto positivo.

Nel breve termine, invece, i prezzi delle materie prime potrebbero far registrare un trend cedente in scia al rallentamento del mercato immobiliare ed alla possibile frenata della domanda in Cina. Di riflesso potrebbero essere messi sotto pressione i prezzi di materie prime come l’argento, il rame, il nichel ed anche il gas naturale.

Commercio materie prime, la Svizzera prepara norme anti-corruzione

Intanto in Svizzera potrebbe presto esserci la fuga delle società operanti nel commercio di materie prime in scia all’entrata in vigore di nuove norme sulla trasparenza delle transazioni. Il Governo elvetico, infatti, vuole imporre alle aziende attive nel commercio di materie prime di dichiarare e quindi di rendere noti tutti i pagamenti che, sopra la soglia dei 100 mila franchi, vengono erogati a favore di imprese o di istituzioni estere.

Trattasi, secondo quanto è stato riportato da Repubblica.it, di norme anticorruzione da un lato, e pro-diritti umani dall’altro in quanto non succede di rado che il commercio di materie prime avvenga sulla base di scambi opachi tra mazzette e condotte in sfregio ai diritti della popolazione e dei lavoratori locali specie in Africa.

Scandalo trading materie prime dai Paradise Papers

La decisione della Svizzera su una maggiore trasparenza nel commercio di materie prime, non arriva come un fulmine a ciel sereno visto che recentemente, grazie all’inchiesta internazionale sui cosiddetti ‘Paradise Papers‘, è emerso che un trader in materie prime con sede proprio nel Paese elvetico avrebbe pagato ad un faccendiere una mazzetta milionaria al fine di ottenere uno sconto, nella Repubblica Democratica del Congo, sullo sfruttamento di alcune miniere.

Per quel che riguarda l’andamento dei prezzi del petrolio, il mercato ha già scontato l’estensione dei tagli alla produzione, fino alla fine del prossimo anno, in virtù di un accordo che è stato raggiunto tra i Paesi dell’OPEC e gli altri produttori di greggio alleati con il cartello.

Trattasi, nello specifico, di un accordo che in ogni caso può essere rivisto in ogni momento come peraltro è stato confermato da Alexander Novak, il ministro dell’energia della Russia. In caso di abbandono degli accordi da parte di uno o più Paesi serviranno in ogni caso da un minimo di tre ad un massimo di sei mesi per la revisione delle strategie compatibilmente con quelle che saranno le condizioni di mercato.

Intanto l’Iraq ha proposto proprio alla Russia di partecipare alla realizzazione di un nuovo oleodotto dall’area di Kirkuk al terminal turco di Ceyhan considerando che quello esistente, a causa degli scontri tra le truppe irachene ed i miliziani curdi, è stato gravemente danneggiato.