Post-Covid: a crescere sono comunque crossover e SUV

La crisi COVID 19 ha letteralmente massacrato il settore auto: concessionarie chiuse e acquisti sicuramente annullati per una gran parte degli ordini, dato che in un momento di incertezza, spendere decine di migliaia di euro per una nuova auto non è imprescindibile per molti.

I dati in realtà però raccontano una storia diversa, perché se è vero che il settore anche post-riapertura soffre anche su un 2019 non esattamente brillante, è vero che sono suv e crossover a mandare avanti la baracca. Due segmenti che con un crollo del settore del 23% anno su anno sono riusciti a crescere.

Uniche due tendenze positive in un settore auto in enorme difficoltà e che probabilmente non vedrà a breve la fine del tunnel.

Un settore che soffre anche la mancata introduzione di incentivi alla rottamazione, passati in secondo piano durante l’assalto alla diligenza durante una forte fase espansiva della spesa statale.

Secondo quanto riportato da UNRAE, l’associazione delle case automobilistiche estere in Italia, a Giugno si sono vendute soltanto 9.000 auto.

Con la nota positiva però per SUV, Crossover e fuoristrada che oggi, se messi insieme, rappresentano il 47% del mercato, più delle berline. Un sorpasso storico, per una berlina che è ormai in sofferenza da anni e che sembra passare – anche se lentamente – in secondo piano rispetto all’inverso crossover SUV.

Anche sul fronte dei combustibili grosse rivoluzioni: il diesel ormai è in caduta libera e on ogni probabilità andrà ulteriormente a ridurre la sua quota di mercato eni prossimi mesi.

Scende però anche la benzina, di circa 3% sul totale delle auto vendute. Dove sono finite queste vendite? Incredibile a dirsi, si è registrata una crescita importante anche in Italia per quanto concerne le ibride plug in, ormai una modalità di propulsione sempre più popolare, perché in grado di coniugare i vantaggi di un motore classico con i vantaggi di un motore elettrico.

Quale futuro per l’auto in Italia?

In realtà non è un problema soltanto italiano. Perché la crisi del settore è trasversale e colpisce più o meno tutti i paesi del mondo.

Con le eccezioni, già rimarcate dalla ricerca di Unrae di SUV e Crossover, segmenti che non sembrano conoscere crisi e che oggi continuano ad essere il faro che dovrà fare luce in un tunnel complicato per l’intero comparto.

Con tutto quello che purtroppo varrà anche a livello occupazionale. Con gli stati, almeno a livello di dichiarazioni, pronti a sfruttare la mano pubblica per aiutare il settore a superare questo momento complicato.

Momento complicato che però ha ribadito quella che è una verità importante e ormai duratura: i grandi marchi continueranno a puntarci, perché il pubblico continua ad apprezzare grandemente quello che questi specifici segmenti hanno da offrire.

Una ripresa? Forse nel 2021

Con il tornare dell’economia su livelli accettabili, anche il settore auto tornerà a ruggire. O forse se non a ruggire, comunque a riassestarsi su livelli pre-crisi. Livelli pre-crisi che erano comunque spinti ancora una volta da SUV e crossover, le uniche certezze in un mondo assolutamente in contrazione per tutto il settore auto.