L’Ohio si aggiunge agli Stati USA che hanno approvato la legalizzazione della marijuana per uso ricreativo

La scena politica nazionale americana osserva con interesse gli sviluppi in Ohio, dove si è appena voltata una pagina storica. In un’epoca che testimonia una spinta sempre più incisiva verso la legalizzazione della marijuana, questo stato del Midwest ha tracciato un solco profondo, ponendosi all’avanguardia di una trasformazione che potrebbe presto interessare altri stati ancora indecisi.

Nel cuore della Buckeye State, il responso delle urne ha rivelato un quadro inequivocabile: gli elettori hanno detto sì alla legalizzazione della marijuana per uso ricreativo.

Questo è accaduto nonostante le resistenze manifestate da esponenti di spicco del partito repubblicano e le inquietudini avanzate dal mondo imprenditoriale e manifatturiero, preoccupato per le conseguenze che questa decisione potrebbe avere su sicurezza nei luoghi di lavoro e sull’incolumità stradale.

La Proposizione 2 non solo ha trasformato l’Ohio nel 24° stato a rendere legale l’uso della cannabis ad uso non medico per gli adulti, ma ha anche delineato una rotta che potrebbe stimolare ulteriori riflessioni e cambiamenti in tutto il paese.

Cosa prevede la nuova riforma

La nuova normativa consentirà agli individui maggiori di 21 anni di acquistare e detenere fino a 2,5 once di cannabis e di coltivare piante in proprio.

Inoltre, è prevista l’applicazione di una tassa del 10% sulle vendite, destinata a coprire costi amministrativi, trattamenti per la dipendenza, ai comuni che ospitano i dispensari e a programmi di equità sociale e impiego legati al settore.

Difficoltà possibili

Nonostante l’entusiasmo di alcuni, il cammino verso una piena accettazione è ostacolato da critiche e resistenze. L’opposizione sottolinea che la struttura fiscale del provvedimento non considera le contee dell’Ohio che gestiscono servizi sociali legati all’uso di sostanze, alla dipendenza e a problemi correlati che potrebbero aggravarsi a causa della legalizzazione.

D’altra parte, la legge, essendo iniziata come statuto cittadino, rimane aperta a modifiche. I legislatori repubblicani, che mantengono una posizione contraria, hanno la libertà di apportare aggiustamenti o perfino abrogare la legge, sebbene ora la posta politica sia aumentata, dato il sostegno popolare ricevuto.

In questo contesto di opposte visioni, la legalizzazione della marijuana ricreativa in Ohio diventa l’emblema di un dibattito più ampio che coinvolge non solo la salute pubblica e la sicurezza, ma anche l’economia e la gestione delle risorse governative.

Come si evolverà questa situazione è ancora tutto da vedere, ma ciò che è chiaro è che l’Ohio ha compiuto un passo che potrebbe rivelarsi decisivo per il futuro del settore della cannabis nel paese.

La situazione in Italia

In Italia, invece l’unica tipologia di cannabis permessa è l’erba legale con concentrazioni di THC inferiori allo 0,2%. Il THC è il principio psicoattivo presente nella pianta. Questo tipo di cannabis è legale in Italia dal 2016, quando è stata introdotta una legge che consente la coltivazione di canapa industriale con un livello di THC inferiore allo 0,2%. Da allora, la vendita di prodotti derivati dalla cannabis light, come olio, infiorescenze e altri articoli, è diventata popolare. Questi prodotti sono principalmente utilizzati per scopi rilassanti o terapeutici e non producono effetti psicoattivi significativi.

Tuttavia, la legislazione italiana in questo ambito rimane complessa e oggetto di dibattiti e interpretazioni legali. Recentemente, Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione del Decreto del Ministero della Salute con il quale s’inseriva il cannabidiolo (Cbd) “da ingerire” tra le sostanze stupefacenti. L’effetto di questa decisione è che i prodotti orali contenenti cannabis light, come ad esempio l’olio CBD, sono consentiti e liberamente acquistabili nei vari CBD shop presenti online e sul territorio.