Quando si può affittare la prima casa?
È sempre possibile affittare la prima casa, però ci sono delle regole precise da rispettare, soprattutto se non si vogliono perdere le agevolazioni fiscali di cui in genere si beneficia per l’acquisto della prima abitazione. Molti credono che non sarebbe possibile affittare la prima casa per andare per esempio a vivere in un’abitazione più piccola. Alcuni pensano che sia vietato e che automaticamente si perderebbero le agevolazioni fiscali. Non è esattamente così, perché, secondo la legge, si può cambiare residenza senza comunque perdere i benefici fiscali. L’unico elemento da tenere in considerazione è che la residenza venga spostata in un’altra casa nello stesso Comune in cui si trova la prima casa. Ma vediamo di saperne di più su questo argomento.
Le tempistiche da rispettare
Non ci sono tempistiche particolari da rispettare per affittare la prima casa, nemmeno quando si tratta di affittare casa con mutuo, come indicato da Likecasa.it. Le cose invece sono molto diverse per quanto riguarda la vendita. Infatti, se non si vogliono perdere le agevolazioni fiscali previste per la prima casa, per vendere l’immobile si devono aspettare almeno cinque anni.
A questo proposito comunque è molto interessante vedere che cosa specifica la normativa. Infatti la legge stabilisce che è possibile vendere la prima casa anche se non sono trascorsi cinque anni, a patto che entro un anno si proceda all’acquisto di un altro immobile da destinare a prima abitazione.
Quando si perdono le agevolazioni
Abbiamo già indicato il fatto che chi affitta la prima casa non perde i benefici fiscali se resta a vivere nel territorio dello stesso Comune. Ci sono comunque delle regole da rispettare anche in questo senso, per non perdere le agevolazioni.
La prima casa non deve rientrare tra gli immobili di lusso e il proprietario non deve possedere anche altri immobili. Ma in dettaglio quali sono le agevolazioni che si perdono e quali invece restano in vigore? Sull’argomento infatti è bene fare delle distinzioni.
Infatti il proprietario, anche se affitta la casa, continua ad avere le agevolazioni sull’imposta di registro, sull’imposta ipotecaria e sull’imposta catastale. Al contrario, anche se va a vivere nello stesso Comune, non può avere il beneficio della detrazione sugli interessi passivi del mutuo.
Il pagamento dell’IMU sulla prima casa resa in affitto
Qualche specificazione si deve dare anche su ciò che prevedono le normative per quanto riguarda il pagamento dell’IMU. In genere per la legge si è esentati dal pagamento di questa imposta sull’abitazione principale.
Chi decide di affittare l’immobile si pone nella condizione in cui l’abitazione principale non è più quella, perché per essere considerata come prima casa si deve avere una dimora abituale presso un dato immobile. Quindi le cose cambiano anche per quanto riguarda la possibilità di usufruire dell’esenzione IMU.
Cosa succede con l’affitto parziale della prima casa
I proprietari di una prima casa hanno la possibilità di affittare una parte dell’immobile, se per esempio hanno uno spazio che si riveli sufficiente per ospitare un’altra persona. Ma cosa succede per quanto riguarda l’affitto della prima casa e il rapporto con le agevolazioni fiscali, se si ricorre all’opzione dell’affitto parziale?
La normativa italiana interviene anche da questo punto di vista, specificando che con l’affitto parziale della prima casa non si perdono le agevolazioni fiscali, comprese anche quelle che riguardano gli interessi sul mutuo.
Tra l’altro bisogna considerare che non vi è un contratto specifico a cui fare ricorso per affittare una parte della casa. Inoltre per l’affitto parziale si può fare riferimento alla tassazione con la cedolare secca oppure si può scegliere il regime fiscale ordinario. Nel caso della cedolare secca si paga un’imposta fissa del 21%; con il regime ordinario il canone di locazione si somma al reddito imponibile.