I bomber più prolifici della Lazio negli ultimi trent’anni
Presenza fissa in ambito europeo da oltre cinque lustri, la Società Sportiva Lazio, per tutti semplicemente “Lazio”, è una delle società più gloriose del calcio nostrano. Basti pensare, ad esempio, che la compagine capitolina è una delle sole quattro squadre italiane ad aver conquistato la Supercoppa Europea, colta, oltretutto, battendo il leggendario Manchester United di Alex Ferguson, che solo pochi mesi prima, dopo una rocambolesca e leggendaria rimonta al Camp Nou, vinse la Champions League contro il Bayern Monaco.
I grandi giocatori che hanno militato con la maglia della Lazio sono numerosi, E la maggior parte di essi ha indossato la maglia biancoceleste nell’ultimo trentennio, periodo nel quale il club romano ha vinto uno Scudetto, cinque Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, cinque Supercoppa Italia e la già citata Supercoppa Europa. Non c’è alcun dubbio che questi ultimi tre decenni, al netto del rischio “radiazione” corso nella prima parte del nuovo millennio, siano stati i più floridi e splendenti della storia della Lazio.
Una squadra che regala emozioni forti e intense come poche altre al mondo, alimentate da portali come Lazio Family, dove è possibile tenersi costantemente aggiornati grazie ai tanti approfondimenti e alla puntuali News Lazio, utili per comprendere, in tempo reale, cosa accade in quel di Formello. Non c’è alcun dubbio come i grandi bomber siano, nella maggior parte dei casi, quelli in grado di fornire le maggiori emozioni: andiamo ad analizzare, quindi, quali sono stati i quattro bomber laziali più prolifici degli ultimi trent’anni in Serie A.
Miroslav Klose, la rinascita romana che lo portò sul tetto del mondo
Al quarto posto troviamo l’unico calciatore straniero ad essersi laureato “Campione del Mondo” durante la propria militanza in maglia laziale: Miroslav Klose. Approdato alla Lazio alla veneranda età – calcisticamente parlando – di 33 anni, dopo due stagioni decisamente amare al Bayern Monaco sotto la gestione di Van Gaal, l’ex attaccante del Werder Brema, che continuava ad essere un punto fermo della Mannschaft nonostante la poca considerazione del club, giunse a Roma per dimostrare al mondo intero di essere ancora un “calciatore vero”.
E l’attaccante tedesco di origine polacca riuscì pienamente nel suo intento, riuscendo a conquistare il cuore dei tifosi romani a suon di gol e prestazioni d’alto livello: i 64 gol realizzati in Serie A sono solo un freddo numero che non testimonia, appieno, quanto sia stato fondamentale l’apporto di Klose alla causa biancoceleste. Un periodo che l’ha totalmente rigenerato. E gli ha consentito di vincere i Mondiali del 2014 vestendo i galloni di “panzer” titolare della propria nazionale, oltre ad essere diventato il miglior marcatore “all-time” della più influente manifestazione sportiva del mondo.
Tommaso Rocchi, bomber “vero”
Al terzo posto si piazza, invece, Tommaso Rocchi (82 gol in Serie A), simbolo di una Lazio che cercava di ritrovare sé stessa dopo aver rischiato, concretamente, di sparire dalla geografia del calcio italiano ed internazionale per i noti problemi economico-finanziari che l’affliggevano. Sbarcato nella Capitale a 27 anni, nel pieno della maturità calcistica, Rocchi si era messo in luce nell’Empoli più per il contributo a livello corale che per la finalizzazione, nonostante nell’ultima annata toscana avesse raggiunto la fatidica “doppia cifra” nella classifica cannonieri.
A Roma, invece, Tommaso non si dimostrò solo umile e di fondamentale importanza per il gioco di squadra, ma diede sfoggio delle sue capacità realizzative da “bomber vero”, soprattutto nei primi quattro degli oltre otto anni trascorsi in maglia biancoceleste, alcuni dei quali con la fascia da capitano al braccio. Un amore, quello tra la Lazio e Rocchi, che prosegue ancora oggi: Tommaso, attualmente, è l’allenatore dell’Under 18 del club romano, dove oltre agli insegnamenti tecnico-tattici cerca di trasmettere la passione per i colori biancocelesti alle nuove generazioni.
Beppe Signori e la Lazio: storia d’amore travolgente
“Segna sempre lui, segna sempre lui”, un coro che qualsiasi tifoso laziale ha cantato più volte sugli spalti dell’Olimpico negli anni ‘90. E il cui destinatario era Beppe Signori, l’uomo che, dopo Giorgio Chinaglia, riaccese nuovamente la fantasia dei tifosi laziali, speranzosi di contare sull’apporto di un grande giocatore che fosse in grado di rilanciare le ambizioni biancocelesti. La storia d’amore tra la Lazio e Signori è stata travolgente, sviscerale, come testimoniato dalla rivolta dei tifosi nell’estate del 1995, quando Cragnotti lo cedette al Parma.
Fu proprio la “sommossa popolare” a bloccare quel trasferimento consentendo al calciatore bergamasco di continuare ad indossare la fascia di capitano e far esultare i propri supporters con i suoi goal. In cinque anni e mezzo, di cui l’ultimo scorcio in un ruolo marginale a causa di un feeling mai sbocciato con Eriksson, Signori mise a segno ben 107 gol vincendo per tre volte, due consecutive, la classifica dei marcatori.
Ciro Immobile: la storia adesso
Al primo posto, con una contabilità ancora aperta, troviamo Ciro Immobile, capitano e idolo dei tifosi, bandiera e simbolo della lazialità di questi ultimi anni. Dopo un paio di esperienze negative in terra straniera, al Borussia Dortmund, prima, e al Siviglia, poi, Immobile è esploso definitivamente in maglia laziale, dove, oltre ad aver vinto trofei personali e individuali, è diventato un punto fermo della Nazionale, con la quale ha vinto i recenti Europei.